Villaggio minerario di Ingurtosu

Uno degli esempi più significativi di archeologia industriale della Sardegna

Villaggio minerario di Ingurtosu

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Il Villaggio minerario di Ingurtosu, situato nel comune di Arbus, rappresenta uno dei più significativi esempi di archeologia industriale della Sardegna. Fondato nel 1855 in concomitanza con l’avvio delle operazioni di sfruttamento delle miniere di Gennamari e Ingurtosu, il villaggio, posto nella valle de is Animas, divenne rapidamente un polo centrale per l’estrazione di piombo, zinco e argento.

La sua storia si intreccia con quella delle società minerarie europee, in particolare la francese Pertusola, che ne gestì le attività estrattive, contribuendo allo sviluppo economico dell’intera regione.

L'insediamento si sviluppò come un complesso autosufficiente, progettato per soddisfare le necessità di una comunità che, nei periodi di massimo splendore, contava migliaia di abitanti. La struttura del villaggio rifletteva una gerarchia sociale ben definita. Al vertice si trovava il Palazzo della Direzione, costruito tra il 1870 e il 1878 in stile neogotico, che fungeva da sede amministrativa delle miniere. Questo edificio, imponente e austero, simboleggiava il potere economico della compagnia mineraria ed era destinato agli uffici dei dirigenti e alle riunioni di rappresentanza.

Le abitazioni degli operai, più modeste e disposte lungo le principali vie di accesso agli impianti di lavorazione, erano realizzate in pietra locale e riflettevano l’essenzialità delle condizioni di vita di coloro che lavoravano in miniera. Al contrario, le residenze dei dirigenti e dei tecnici erano più spaziose e dotate di maggiori comfort, come giardini privati e servizi igienici interni, evidenziando la divisione sociale tra le diverse categorie di lavoratori.

Un’altra struttura fondamentale del villaggio era l’Ospedale di Ingurtosu, costruito nel 1901 e ampliato successivamente nel 1907. L’ospedale svolgeva un ruolo cruciale nel fornire assistenza medica ai minatori, frequentemente soggetti a infortuni e malattie professionali come la silicosi, dovuta all'inalazione di polveri sottili. L’assenza di strutture sanitarie pubbliche nella zona rendeva l’ospedale un elemento indispensabile per la comunità mineraria.

Il villaggio era dotato anche di altri servizi essenziali: una chiesa, dedicata a Santa Barbara, patrona dei minatori, scuole, negozi e una serie di edifici destinati a funzioni amministrative e logistiche. La chiesa, edificata nel 1912, svolgeva non solo una funzione religiosa ma anche sociale, costituendo un punto di aggregazione per gli abitanti.

Al centro del villaggio era presente il primo pozzo della miniera, il pozzo Ingurtosu, che serviva il filone omonimo, che per motivi tecnici e di sicurezza venne successivamente tombato e di cui oggi non resta traccia in superficie.

Con il passare del tempo, il villaggio vide un progressivo declino, parallelo alla diminuzione delle attività estrattive che culminò negli anni '70 con la chiusura definitiva delle miniere. Il conseguente spopolamento portò al degrado delle strutture, trasformando Ingurtosu in un luogo abbandonato, ma carico di storia e significato.

Oggi, il Villaggio minerario di Ingurtosu è oggetto di interesse culturale e turistico. Le sue rovine, sebbene in parte compromesse, offrono una panoramica affascinante del passato minerario della Sardegna. Le operazioni di recupero e valorizzazione mirano a integrare la conservazione delle architetture industriali con il paesaggio naturale circostante, caratterizzato da una bellezza aspra e incontaminata.

Le visite guidate al villaggio permettono di esplorare le strutture principali, tra cui il Palazzo della Direzione, le case degli operai e l’ospedale, offrendo un viaggio immersivo nella storia industriale dell'isola.

















Ingurtosu, 1921. Con la cessazione dei lavori minerari disposta dalla Direzione Generale della Società anonima delle Miniere di Gennemari e Ingurtosu, solo i servizi essenziali continuano a funzionare, garantendo la sussistenza e la permanenza temporanea della popolazione che risiedeva all’interno del villaggio (Crediti: Archivio storico comunale di Arbus)

Planimetria dei caseggiati del villaggio di Ingurtosu (Crediti: IGEA - Archivio storico minerario di Monteponi)

Planimetria catastale di Ingurtosu (Crediti: IGEA - Archivio storico minerario di Monteponi)

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