Miniera Gennamari

Una miniera dedicata all’estrazione di minerali metallici

Miniera Gennamari

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Attiva a partire dalla seconda metà del XIX secolo, la Miniera Gennamari, che gestiva una concessione mineraria separata dalla Miniera d’Ingurtosu, era dedicata all’estrazione di minerali metallici, originariamente di piombo e successivamente anche di zinco. Il sito, oggi immerso in un paesaggio naturale di rara bellezza, era all’epoca un centro di grande vitalità economica e sociale, in cui l’ingegno umano si confrontava quotidianamente con le sfide imposte dalla natura e dalle tecnologie disponibili.

La miniera era un fiore all’occhiello della produzione mineraria sarda grazie all’innovazione tecnologica introdotta nei suoi impianti. Tra questi spicca il Pozzo Edoardo, un’infrastruttura avanzata per l’epoca, costruita tra il 1895 e il 1897, con macchinari per l’estrazione e compressori d’aria capaci di migliorare significativamente le operazioni sotterranee. Il minerale grezzo veniva poi trasportato verso la vicina laveria di Naracauli, dove avveniva la lavorazione per separare i metalli utili dalle rocce di scarto. Da qui, i materiali pronti per il commercio partivano verso i principali mercati europei, confermando la centralità della Sardegna nel panorama industriale del tempo.

Tuttavia, Gennamari non era solo un luogo di produzione: attorno alla miniera si sviluppò una comunità viva, costituita da operai, tecnici e famiglie che abitarono il villaggio minerario. Qui sorgevano abitazioni, scuole, una chiesa e altri servizi essenziali, creando un microcosmo che rifletteva le difficoltà e le speranze di chi dedicava la propria vita a un lavoro tanto faticoso quanto essenziale. Le condizioni di lavoro, spesso dure e pericolose, raccontano storie di sacrificio e resilienza che oggi emergono con forza nelle visite al sito.

Oggi la Miniera di Gennamari offre un’esperienza unica per i visitatori, che possono immergersi nella storia attraverso percorsi guidati tra ruderi, pozzi e gallerie. Il paesaggio circostante, caratterizzato da una natura rigogliosa e incontaminata, avvolge il sito in un’atmosfera suggestiva, rendendo la visita non solo un viaggio nella storia industriale, ma anche un’occasione per scoprire la bellezza autentica della Sardegna. La miniera, simbolo di un’epoca passata, continua a raccontare la sua storia, invitando i visitatori a riflettere sul rapporto tra uomo, lavoro e territorio.











Pianta di una miniera di piombo in località Gennamari firmata a Villacidro nel 1771 (Crediti: Archivio Pani)

Planimetria delle proprietà Gennamari e Ingurtosu in scala 1:25000 (Crediti: IGEA - Archivio storico minerario di Monteponi)

Planimetria dei filoni Brassey-Ingurtosu-Cervo (Crediti: IGEA - Archivio storico minerario di Monteponi)

Planimetria delle miniere di Naracauli e Ingurtosu in scala 1:4000 (Crediti: IGEA - Archivio storico minerario di Monteponi)

Concessione di Gennamari. Sezione della coltivazione del filone Ingurtosu presso Pinnadeddu per l'anno 1864, in scala 1:500 (Crediti: Archivio Pani)

Concessione di Gennamari. Sezione del filone Ingurtosu in scala 1:10000 per il periodo 1896-1904 (Crediti: Archivio Pani)

Concessione di Gennamari. Sezione del filone Ingurtosu in scala 1:500 per il periodo 1942-1951 (Crediti: Archivio Pani)

Planimetria delle concessioni e dei permessi della Società mineraria e metallurgica Pertusola in scala 1:25000 (Crediti: Archivio Pani)

Registro di produzione del Pozzo Edoardo relativo al mese di aprile 1958 (IGEA - Archivio storico minerario di Monteponi)

Registro di produzione del Pozzo Edoardo relativo al mese di aprile 1958 (IGEA - Archivio storico minerario di Monteponi)

Registro di produzione del Pozzo Edoardo relativo al mese di aprile 1958 (IGEA - Archivio storico minerario di Monteponi)

Quadro generale dei lavori delle miniere Gennamari e Ingurtosu per l'anno 1919 (IGEA - Archivio storico minerario di Monteponi)

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