
Laveria Brassey
uno dei più significativi complessi industriali legati all'attività mineraria in Sardegna
La Laveria Brassey, sita nella località di Naracauli, rappresenta uno dei più significativi complessi industriali legati all'attività mineraria in Sardegna.
Inaugurata il 17 ottobre 1900, alla presenza di tutti i dipendenti della società e delle autorità, la laveria deve il suo nome a Lord Thomas Allnutt Brassey, presidente della società Pertusola Mining Ltd, che ne promosse la costruzione per modernizzare e potenziare il trattamento dei minerali estratti nelle miniere di Ingurtosu e Gennamari. La laveria era inizialmente progettata per trattare i minerali di piombo, oggetto delle concessioni minerarie in capo alla società. A fronte dell’ampliamento delle coltivazioni al Filone Brassey, molto ricco in minerali di zinco, la società chiese l’estensione della concessione a tali minerali, cosa che porto all’ampliamento della laveria al trattamento dei minerali di zinco.
Parallelamente, nello scalo minerario di Piscinas venne costruito, in adiacenza ai manufatti del magazzino galena e della scuderia, un nuovo e più funzionale manufatto, dedicato ad ospitare l’arricchito del minerale di zinco: la blenda.
La Laveria si distingue per la sua imponenza e per la funzionalità delle sue strutture. Realizzata in pietra locale, presenta un’articolazione su più livelli, caratteristica che ne ottimizzava il funzionamento secondo il principio della gravità. Questo sistema consentiva di facilitare il flusso dei materiali durante le diverse fasi di lavorazione, riducendo al minimo il trasporto manuale. La disposizione degli edifici seguiva un layout ben pianificato: al livello superiore arrivavano i minerali grezzi tramite i trenaggi o le teleferiche, mentre nei piani inferiori si svolgevano le operazioni di frantumazione, lavaggio e separazione.
Il corpo principale, lungo circa 250 metri, ospitava i macchinari per la frantumazione del minerale e i vagli per la selezione delle granulometrie. La complessità dell'impianto era accentuata dalla presenza di sistemi di trasporto interno, come nastri e tramogge, che facilitavano il passaggio del minerale da un comparto all'altro. Accanto alla laveria, si trovavano altri edifici funzionali al processo produttivo, tra cui i magazzini per lo stoccaggio dei minerali trattati e i locali per l’alloggio degli operai. La filiera consentiva di trattare grandi volumi di materiale, rispondendo così alla crescente domanda di zinco sui mercati internazionali. Tuttavia, con il declino dell'industria mineraria sarda nella seconda metà del XX secolo, anche la “Brassey” vide un progressivo abbandono, culminato con la chiusura definitiva negli anni Sessanta. Oggi, nonostante lo stato di abbandono e il degrado causato dall’esposizione agli agenti atmosferici, il sito resta una delle testimonianze più identitarie dell'archeologia industriale della Sardegna: l'edificio, con la sua solida struttura in pietra e le ampie aperture ad arco, continua a dominare il paesaggio di Naracauli.
Esplora le risorse
Strumenti e approfondimenti a tua disposizione
Risorse utili
Luoghi collegati
Torna all'elenco schede