
Albergo Santori
L'albergo degli operai che non risiedevano nella zona
L'Albergo Sartori è parte del complesso minerario di Montevecchio. Costruito nel 1942, fu progettato per ospitare i numerosi operai che, provenienti dai villaggi circostanti, lavoravano nelle miniere ma non risiedevano stabilmente nell'area. L’edificio venne intitolato a Francesco Sartori, amministratore delegato delle miniere, come omaggio al suo contributo allo sviluppo del distretto minerario.
La sua costruzione, che rispondeva appunto alla necessità di fornire un alloggio adeguato ai lavoratori, poteva ospitare circa 250 persone, distribuite in ampie camerate. Al suo interno, oltre ai dormitori, erano presenti spazi comuni come una mensa, cucine, e bagni: la struttura voleva rappresentare una soluzione moderna per l'epoca, concepita per rispondere al crescente fabbisogno abitativo in un periodo in cui l’industria mineraria sarda era in piena espansione.
Si distingue strutturalmente per le sue linee sobrie e funzionali, tipiche dell’architettura industriale del periodo fascista. La struttura si sviluppa verticalmente su sei piani, con una facciata caratterizzata da finestre regolarmente disposte, che assicuravano una buona ventilazione e illuminazione naturale agli ambienti interni.
I materiali utilizzati per la costruzione, prevalentemente locali, contribuirono a integrare l’edificio nel paesaggio circostante, mantenendo un equilibrio tra funzionalità e estetica.
Le scelte progettuali rispondevano non solo a esigenze pratiche, ma anche alla volontà di creare un complesso che simboleggiasse la modernità e il progresso legato all'industria mineraria. L’edificio, infatti, era situato in una posizione strategica, sopra il cantiere di ponente della miniera e lungo la Strada Provinciale 66, che collega Montevecchio ad altri centri minerari come Ingurtosu, facilitando così gli spostamenti dei lavoratori.
Dopo oltre tre decenni di attività, l'Albergo Sartori cessò le sue funzioni negli anni ’70, in coincidenza con il declino delle attività minerarie che portarono all'abbandono di molte strutture simili. Oggi l'edificio versa in uno stato di degrado, con interni spogli e danneggiati dagli agenti atmosferici e dal passare del tempo. Tuttavia, rimane una testimonianza preziosa del passato minerario della Sardegna, rappresentando un esempio significativo di architettura industriale e un documento storico delle condizioni di vita e lavoro degli operai minerari.
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